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martedì 6 aprile 2010

Dove mangiare - Taverna Pane e Vino

Se volete passare una bella serata, con gli amici, la famiglia o il proprio partner, uno dei luoghi che vi consiglio è senz'altro la Taverna Pane e Vino, situata nel centro storico di Cortona.
Respirerete una bella atmosfera, calda, in questo locale ricavato dalle cantine di un vecchio palazzo del 1300, situato proprio di fronte allo storico teatro Luca Signorelli. Vi assicuro che ogni volta che ci vado (ed ormai saranno 8-9 anni), mi sorprendono la semplicità, ma allo stesso ricercatezza dei piatti che potrete scegliere dal menu che cambia stagionalmente. Poi c'è la genuinità. Dei sapori, degli odori, dei tavoli e delle sedie in legno e delle pareti in pietra.
Plurimenzionato nelle guide di settore, in riviste e giornali (da "Osterie d'Italia" dello Slow Food al Corriere della Sera, passando anche per "Ristoranti d'Italia" del Gambero Rosso), questo locale va assaporato come il comune dove è situato, la splendida e rinomata Cortona, ed i piatti che propone. Se poi non siete astemi, beh, qui potrete sbizzarrirvi, potendo scegliere tra una delle più qualificate proposte di vini di tutta la provincia di Arezzo, che nella sua carta conta più di 550 etichette ed oltre 900 vini. Anche in questo caso, non sono mai stato deluso :)
Per come la vedo io, l'avrete capito, fossi in voi la prima volta ci andrei con una decina di amici che amano mangiare e bere bene e farei ordinare ad ognuno di loro un piatto diverso per poi sentirli tutti. Perché sono tutti tanta, tanta roba. Fidatevi di uno che sul mangiare non si sbaglia mai.
Se proprio devo scegliere un piatto per portata dal menu di Primavera 2010, vi consiglio: BRUSCHETTE - 1 bruschetta con pecorino e salsa tartufata + 1 bruschetta con lardo di Colonnata (potete scegliere 2 bruschette a scelta fra quelle proposte); SALUMI E FORMAGGI - Prosciutto di Cinta Senese con selezione di caprini; PRIMI PIATTI DELLA NONNA - Pici alle molliche (acciuga, pane e peperoncino); LA CHIANINA ALTERNATIVA - Tartara di Chianina (con olio, aceto balsamico, capperi e olive nere); PER CONTINUARE... - Carpaccio di zucchine con insalata e pecorino; DOLCI DELL'ISOLINA - Torta di Cioccolato Pistocchi di Firenze (senza zucchero, uova, burro e farina). Ovviamente se prenderete un piatto per ogni portata non ne uscirete vivi, anche perché sono abbaondanti (altro punto OTTIMO). Se poi andate in inverno, vi consiglio anche la bruschetta con fagioli ed aringa affumicata, il pecorino grigliato con rigatino e la crema catalana con i biscottini.
Inoltre, per gli appassionati, vi è la possibilità di partecipare a serate di degustazione (vini, salumi e formaggi), ma solo a prenotazione. Andate quindi su www.pane-vino.it, sotto la sezione News, per rimanere aggiornati a riguardo.
Detto questo, vi saluto sperando di non avervi fatto venire troppa fame (ma dopo queste feste forse è andata bene) e sicuro, invece, di avervi consigliato bene.

mercoledì 31 marzo 2010

Musica - "Sunny side up" di Paolo Nutini

Visto che la maggioranza vince (sto parlando del mio sondaggio, non fraintendete), oggi vi parlo di musica. Del nuovo album di Paolo Nutini, Sunny side up.
Io lo considero un capolavoro.
Faccio però un passo indietro. Paolo Giovanni Nutini è un cantautore nato in Scozia, a Paisley il 9 Gennaio del 1987. Inutile dirvi che è al 50% italiano, può invece risultare più interessante che il padre è toscano, di Barga (provincia di Lucca).
Curioso anche sapere come è cominciata la sua carriera. Nel 2003 il suo concittadino David Sneddon vince la prima serie di Fame Academy della BBC (la versione britannica di Amici di Maria de Filippi). A Paisley viene organizzato uno spettacolo per festeggiare il suo rientro in città dagli studi della BBC, ma Sneddon, in viaggio da Londra, si presenta in forte ritardo. Per placare il pubblico spazientito dal ritardo, un dj di una radio locale organizza un quiz sul palco, che vede come premio la possibilità di esibirsi. Nutini vince e si esibisce, facendosi notare da Ken Nelson, produttore (anche dei Coldplay) che gli offre una collaborazione dando il via alla sua carriera. A 17 anni si trasferisce a Londra dove inizia a esibirsi nei locali della città.
La svolta poi arriva con Internet, dove un paio di suoi brani presenti nella rete risultano tra i più scaricati grazie al passaparola aumentandone la popolarità. Nutini si ritrova ad aprire concerti per artisti tra cui Amy Winehouse e KT Tunstall.
Così, il 17 Luglio 2006 esce il suo primo album, "These streets" (Atlantic Records). Più di 1 milione ed 800 mila copie vendute nel mondo e disco d'oro anche in Italia: un grande successo, insomma. Per quanto mi riguarda, ho decisamente apprezzato "New shoes", l'ultimo singolo estratto, che lo ha reso popolare anche negli States.
Fatta questa doverosa premessa, arrivo al nuovo album, uscito, con mio grande piacere, il 29 Maggio del 2009, sempre con etichetta Atlantic Records. Subito richiesto come regalo per il mio compleanno :)
Il singolo Candy lo ha preceduto di 11 giorni. Proprio questa canzone ed il relativo video, che potete veder sotto, mi hanno colpito particolarmente e convinto a comprare (o farmi comprare) l'album alla cieca.
Il video, girato a L'Avana, tratta in realtà di un matrimonio messicano, con Paolo che intrattiene gli sposini ed i loro ospiti. Atmosfera calda, splendidi sorrisi, colori e l'aspetto un pò trasandato, sicuro di sé e leggero di Nutini (compreso il cappello, uno delle sue passioni), mi han fatto pensare ad una crescita artistica del ragazzo. O meglio, ad un avvicinamento ulteriore ai miei gusti musicali.
Per non trascurare l'album, però, devo focalizzarmi anche sulle altre canzoni.
L'album è stata una vera e propria sorpresa, in positivo. Ed ha confermato che il ragazzo è cresciuto, artisticamente anche più di quanto uno si possa aspettare per un ragazzo che nel 2009 aveva comunque solo 22 anni.
Come dicevo, un capolavoro. "10/10": ritmo in levare, coinvolgente, anche un pò reggae, non muoversi è praticamente impossibile; musica e voce che sembrano quasi provenire dalla Giamaica.
"Coming Up Easy": soul ed un coniglione che nel video è un ottimo compagno di sbronze. "Growing up beside you": una canzone più intima, un mix di country, folk e soul. Di "Candy" ho già parlato, quindi passo alla traccia #5, "Tricks of the trade": ricorda un pò il rock del sud degli States, ma quello vecchio stampo; da ascoltare al buio. "Pencil full of lead": la conoscerete un pò tutti, è la canzone dello spot con Fiorello, che però non le rende giustizia; ragtime (un pò Fox Trot, un pò Two Step), coinvolgente, ti fa sorridere e ballare.
"No other way": torna il soul, con una voce intensa e matura. "High hopes": armonica, flauto e tante altre contaminazioni, sembra ci sia una tribù a suonare intorno a Paolo. "Chamber music": musica che richiama le Higlands scozzesi e voce, con un introduzione di chitarra. "Simple things": sembra di ascoltare un altro grandissimo artista da me molto apprezzato (ed evidentemente anche da lui, viste le varie contaminazioni del genere), Johnny Cash, ma poi sorprende ancora e passa ad un folk spinto. "Worried man": ancora la chiara influenza di Johnny Cash, con anche qualche citazione nel testo; atmosfera un pò più cupa, ma vale. "Keep rolling": qui invece ricorda canzoni di altri tempi, mi ricorda quasi l'Elvis meno scatenato.
Io vi consiglio fortemente di ascoltare questo cd e venire così catapultati in un universo a sé, da cui difficilmente vorrete poi andarvene. State certi, però, che vi lascerà leggerezza e serenità.

martedì 23 marzo 2010

... Viaggio - Pienza

La "città ideale" del Rinascimento italiano. O almeno questa è la definizione del Papa Pio II, che diede al miglior architetto dei suoi tempi, il Rossellino, il compito di progettarla e realizzarla.
Come avete visto, sto parlando di Pienza, splendido comune inserito in un contesto paesaggistico meraviglioso come la Val d'Orcia. Già il viaggio per arrivarci è poesia. Vallate dei più svariati colori (ovviamente dipende anche dalla stagione), che si perdono ai nostri occhi. Curve sinuose che attirano inesorabilmente l'attenzione di chi ama certi paesaggi. Ad inizio primavera verrete catapultati in una realtà che vi delizierà la vista. In piena estate, potrete godere delle campagne senesi e dei suoi colori tipici, oltre che del gratissimo venticello che caratterizza i vicoli di Pienza. In pieno autunno, un tripudio di colori.
Per gli amanti dell'arte, questa è la perla della Val d'Orcia: da vedere il Duomo (concattedrale di Santa Maria Assunta), la Chiesa di San Francesco ed il Palazzo Piccolomini, accanto al Duomo.
Proprio tra questi due ultimi edifici potrete ammirare un bellissimo scorcio di ciò che ci circonda Pienza, incorniciato da un arco.
Io, inutile negarlo, ci vado anche per mangiare un ottimo panino con affettato di cinta senese e pecorino di Pienza. Ed è anche pressoché impossibile non farlo, perché verrete tentati dalle botteghe del centro storico, emanano odori che fanno contento anche il palato. Il panino mangiatevelo magari sul sentiero degli innamorati (se non erro), da cui potete ammirare un bellissimo panorama, lontano da strade ed in santa pace. Da qui, fra l'altro, potreste anche ammirare il Monte Amiata sullo sfondo.
Rimanendo un pò in tema, Pienza è famosa anche per il nome di alcune sue stradine. Saranno contenti i romantici, perché le due più famose sono la Via del Bacio (dove potete ammirare coppie che ovviamente limonano) e Via dell'Amore (percorrendo la quale più che altro ci si abbraccia). Inoltre, per chi non lo sapesse, qui vi è stato anche girato "Il paziente inglese", uno dei film più premiati della storia (tra cui 9 Oscar).
Ideale per una gita di un giorno, se accompagnato dalla visita anche di Montalcino e San Quirico d'Orcia, davvero a 5-10 minuti.

lunedì 22 marzo 2010

... Film - "Invictus"

Regia di Clint Eastwood, con Morgan Freeman e Matt Damon.

Voglio cominciare questa nuova avventura parlandovi di questo film. Magnifico.
Se il mio intento è quello di donarvi dei momenti di serenità, devo necessariamente menzionarvi l'ultimo film diretto da Clint Eastwood interpretato da due attori che si sono indubbiamente calati perfettamente nei rispettivi personaggi.
Nelson Mandela aveva detto a Morgan Freeman che avrebbe voluto lui come Nelson Mandela sul grande schermo. Ed anche in questo ci ha preso.
Freeman trasmette, per come si muove e lo sguardo, la saggezza, la bontà, la forza e l'integrità che un uomo come Mandela ha dimostrato e dimostra anche ai giorni nostri.
Per quanto riguarda Damon, chi mi conosce sa quanto apprezzo praticamente tutte le sue interpretazioni. Anche in questo caso non saprei davvero chi avrebbe potuto interpretare in modo migliore François Pienaar, capitano della nazionale di rugby sudafricana. Atleticità, carisma, esperienza, elasticità mentale ed integrità. Queste le caratteristiche principali del suo personaggio.
Ci sono vari aspetti del film che mi hanno favorevolmente colpito.
In primis, l'atmosfera. Dall'evidente ostilità iniziale (da ambo le parti, bianchi e neri) alla festa finale, multietnica, piena di colori, musica, sorrisi, famiglie e bambini in una cornice panoramica meravigliosa come quella del Sudafrica, nazione finalmente unita per l'occasione.
Altro aspetto che non posso tralasciare è, ovviamente, la musica. Musica, quella del film come generalmente quelle africane, che ti entrano dentro e ti trasportano in un vortice di libertà, colori, lasciandoti respirare quell'aria genuina e festosa che spesso solo i sorrisi dei bambini sanno trasmettere. Le canzoni del film fanno ballare insieme alle migliaia di spettatori nello stadio e nel contempo ti aprono il cuore nel nostro più profondo intimo.
Una delle cose che ho apprezzato di più, però, è la poesia il cui titolo dà nome al film.
"Invictus", di William Ernest Henley, poeta inglese di fine '800.
Out of the night that covers me, Black as the pit from pole to pole, I thank whatever gods may be For my unconquerable soul. In the fell clutch of circumstance I have not winced nor cried aloud. Under the bludgeonings of chance My head is bloody, but unbow’d. Beyond this place of wrath and tears Looms but the Horror of the shad...e, And yet the menace of the years Finds and shall find me unafraid. It matters not how strait the gate, How charged with punishments the scroll, I am the master of my fate: I am the captain of my soul.
La cui traduzione è: Dal profondo della notte che mi avvolge, Buia come il pozzo più profondo che va da un polo all'altro, Ringrazio qualunque dio esista Per l'indomabile anima mia. Nella feroce morsa delle circostanze Non mi sono tirato indietro né ho gridato per l'angoscia. Sotto i colpi d'ascia della sorte Il mio capo è sanguinante, ma indomito. Oltre questo luogo di collera e lacrime Incombe solo l'Orrore delle ombre, Eppure la minaccia degli anni Mi trova, e mi troverà, senza paura. Non importa quanto sia stretta la porta, Quanto piena di castighi la vita. Io sono il padrone del mio destino: io sono il capitano della mia anima.
E' la poesia cui il Mandela del film attribuisce la capacità di avergli dato la forza di andare avanti nei decenni rinchiuso in galera, in una minuscola cella.
Una poesia che personalmente non conoscevo, ma che mi ha colpito subito per la forza, la dignità e l'integrità, ancora una volta, che mi ha trasmesso.
Guardatelo e poi fatemi sapere se vi ho consigliato male o se ho omesso (involontariamente) altre cose degne di nota. A me ha fatto anche tornare la voglia di andare a correre ;)
Buoan giornata

domenica 21 marzo 2010

... the show must begin, firstly.

Respirone. Oooh, finalmente anche io posso dire "sto scrivendo un blog".
L'altro, di rimando chiederebbe, "sì, bravo, ma su che cosa? Quali argomenti tratterai?".
E la risposta è "Vieni a vederlo man mano, perché non ne ho la minima idea". :)
Secondo me scrivere un libro o una lettera senza aver la minima idea di quale sarà l'inizio, di ciò che chiuderà il tuo discorso e di tutto ciò che ci sta in mezzo, beh, è il miglior modo per creare qualcosa di veramente interessante. Soprattutto di veramente intimo. Vi dico anche il perché: improvvisazione, collegamenti mentali e subconscio. Niente è calcolato.
Un flusso apparentemente disconnesso, ma unico. Come del resto tutto ciò di cui è fatto questo mondo.
Anche quando si parla funziona così.
Ed anche nell'amore. Le più grandi storie d'amore che conosco sono nate da eventi casuali, da errori, da rischi presi istintivamente, dall'agire di una forza interiore a cui ci piace aprire le porte verso l'esterno.
Le più grandi invenzioni. Spesso l'"inventore" non aveva la minima idea delle conseguenze positive dell'errore che stava compiendo. Una mela che cade da un albero ha permesso di scoprire la forza più forte tra tutte le forze conosciute. Potrei continuare per ore.
Beh, io non ho certamente la presunzione di cambiare il mondo. Neanche lo vorrei, a dirla tutta.
Mi piacerebbe però aiutare anche una sola persona a vivere serenamente un suo momento, i suoi 15 secondi di serenità. Almeno. :)
Con l'aiuto di un libro, di una canzone, di qualche parola. Di qualche immagine. Tutto è potenzialmente un mezzo, tutto può aiutare a scatenare una forza che è già, e solo, dentro ognuno di noi.
E ci fa vivere meglio.
Ho cominciato ora e sono già contento. Ho già aiutato una persona a stare meglio.
E quando ho cominciato a scrivere queste prime righe ... non sapevo cosa avrei scritto.